Passione
italiana per il Teatro di Irkutsk
Cultura
2013/03/11 07:15 - quotidiano regionale
di Elena Orlova
"Vai in italiano" al Teatro di
Prosa. NP Ohlopkova messo Irkutsk regista, Artista Onorato della Federazione
russa Gennady Gushchin. La base della produzione ha rappresentato "Lo vedo
e non lo vedo," del drammaturgo contemporaneo italiano Paolo Cappelloni, per
la prima volta inserita nel teatro russo.
Questa storia di estrema attualità
comincia sugli assolati tetti italiani (Scenografia dell’Artista Onorato Alexander
Zoccolo). Una donna di mezza età, Zita (Artista Onorata della Russia Elena
Mazurenko) stende i panni. Un idraulico Edoardo su di un tetto vicino (Eugene
Soloninkin), con i modi di un cantante d'opera, sta per uccidersi perché dopo
il divorzio deve pagare il mantenimento dei figli, un mutuo per la casa e anche
affittare una casa. Tenera di cuore, la signora cerca di dissuaderlo,
sostenendo che, se tutti quelli che hanno problemi simili, "saltano da un
tetto, nel paese non ci sarà più nessun italiano e italiana." Ma il potenziale
suicida non si placa, e Zita attratta dalle parole della sorella più giovane
Armanda (Marina Yellin) - una sprovveduta. Attratti dal rumore del mattino, si
uniscono alla "riunione degli inquilini” il contabile Haroldo (Artista
Onorato della Russia Nikolai Dubakov) e la sua amante segreta - Coquette Maria
Ray (Milena Antipina) Tutti insieme cercano di convincere il "saltatore"
che ad un certo punto viene convinto che ha bisogno di stare con degli amici,
per non pagare l'affitto e, infine, Zita lo invita a restare con lei e con sua
sorella.
Va notato che Gennady Gushchin è riuscito
a sottolineare la natura di ciascun carattere. Per esempio, il modo intonato di
parlare, come se Zita enfatizzi il suo buon carattere, e le conversazioni con la
Madonna rivelano in lei una natura profonda e compassionevole. Armand confonde
le parole, chiamando crema cisterna e macinata tricheco circostanze prodotte
piuttosto che da stupidità da ingenuità infantile. Ad Edoardo viene
costantemente richiesto di eseguire arie d'opera, e diretto in tal modo, come
si allude al suo "cavallo di battaglia" - di cantare in pubblico. Se nel
primo atto si sollevano dubbi di vita e di morte, l'indifferenza e la
compassione, la commedia poi cambia e non è più solo come viene promesso:
"una commedia al peperoncino piccante", ma acquisisce una
connotazione più profonda.
Gli eventi del secondo atto sono difficili
da prevedere. Dopo la prima chiusura il suicida promette di riparare il
serbatoio di scarico intasato e il sifone nell’appartamento dei suoi salvatori.
Tutto questo è di buon auspicio per un idillio familiare, o per un triangolo
amoroso. Le sorelle, inizialmente sono felici per il fatto che la loro casa è frequentata
da un vero uomo che le aiuterà anche con atteggiamenti di attenzione. Esse
devono spolverare, lavare e far da mangiare ma Edoardo le ripaga con l’ingratitudine:
nessuna riparazione del serbatoio, senza lavoro, resta a letto fino a
mezzogiorno, la sera va a giocare a poker, va allo stadio, si lamenta per la confusione
e la mancanza di caffè del mattino. Tutto finisce in lacrime: Edoardo ha una
relazione con una vicina di casa e in risposta ai tentativi di svergognare lui
cercando di soffocare Armanda davanti Zita. Allora le donne si rendono conto
che il fatto del suicidio solo una scena, Edoardo gioca ad attirare l’attenzione
su di sé.
Tra l'altro, nella parte finale non perde
il suo umorismo intrinseco, ma qui diventa nero. Volendo proteggere la sua
casa, Zita irrompe nella stanza di Edoardo seduto sul davanzale della finestra per
fumare, lo aiuta a fare il salto e termina gridando: "L'ha fatto da solo."
Accorre poi Armanda che conferma: "E così l’ha fatto!". "È il
destino" – fanno eco i loro vicini.
“Il
tema della commedia ha provocato una vivace risposta da parte del pubblico, in
quanto senza pretese, a quanto pare la commedia ha trovato alcune formazioni
psicologiche profonde e anche filosofiche.”
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